Uomini d'onore a Little Italy.
19.05.2013 12:25
L'ambiente degli immigrati è particolarmente esposto a fenomeni di illegalità, in ragione dell'estrema miseria e della completa mancanza di assistenza, sia da parte della madrepatria sia dallo Stato ospite, che rendono ostaggio della malavita ogni nuovo arrivato: in molti ne sono vittima senza neanche aver fatto i primi passi in terra americana.
Il prezzo del viaggio attraverso l'Atlantico costringe i contadini emigranti ad impegnare i propri possedimenti agricoli, di cui la mafia regolarmente si impossessa approfittando della precarietà dei legittimi proprietari; l'espatrio è per le cosche un traffico estremamente redditizio, un affare che continua ad alimentarsi anche negli Stati Uniti poiché i clan gestiscono lo smistamento, il collocamento degli immigrati ed impongono con la violenza il pagamento di una percentuale sui guadagni agli esercizi commerciali: è proprio in questo periodo che ha origine, come deformazione di “ricatto”, il termine “racket”.
L'iniziativa delle forze dell'ordine non sembra del resto efficace nel contrapporsi all'autorità dei boss di quartiere, e con diffidenza lascia senza tutela la gente di Little Italy, un piccolo mondo a sé stante, alla mercé di soprusi ed estorsioni, nell'isolamento generato
dalla fame e dalla sporcizia.
In un tale clima di disperazione e malcontento, si moltiplicano tra gli immigrati le adesioni a formazioni anarchiche che operano di frequente in contiguità con la mafia, sebbene siano più spesso infiltrate da affiliati alle cosche in cerca di copertura o di capri espiatori da denunciare alla polizia.
La criminalità, che lucra quindi attraverso una completa supervisione dei flussi migratori, prospera in effetti facilmente come in ogni occasione in cui riesce ad approfittare di un vuoto di potere: il giogo mafioso si fonda storicamente sul controllo del territorio, quando si afferma in sostituzione di organismi statali vacanti, in Italia come negli Stati Uniti.
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