Un eroe dei due mondi.
19.05.2013 12:31
Negli Stati Uniti, le reazioni all'omicidio di Petrosino sono vigorose: i giornali dedicano un grande risalto all'avvenimento, senza risparmiare polemiche contro l'amministrazione italiana, mentre la polizia compie decine di arresti fra gli appartenenti alla Mano Nera fino ad individuare i responsabili materiali dell'assassinio: Antonino Passananti e Carlo Costantino, diversamente dal loro boss, non possono esibire un alibi e
vengono arrestati il 3 aprile 1909.
Vito Cascio Ferro, confermato nell'accusa di essere il mandante del delitto, è invece coperto dalla testimonianza del neoeletto On. De Michele Ferrantelli ed è immediatamente rilasciato; soltanto durante il fascismo, con la campagna del “prefetto di ferro” Cesare Mori, viene definitivamente assicurato alla giustizia e muore in carcere nel 1943.
Nel frattempo, “cosa nostra” si è data altre nuove guide che possano sostituirlo, e continuarne l'opera di espansione attraverso traffici intercontinentali arrivando a fondare quell'impero mafioso capace di imporsi negli Stati Uniti del XX secolo.
La città di New York, il 12 aprile 1909 rende onore al tenente Petrosino con la partecipazione senza precedenti di oltre 200.000 persone alla solenne cerimonia funebre.
Joe Petrosino, come i troppi uomini di Stato uccisi dalla criminalità organizzata, rappresenta oggi un'icona della lotta alla mafia, la vittima di un sacrificio che le speranze non vorrebbero mai più vano.
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