Rimborsi elettorali, non c'è alcuna abolizione

31.05.2013 18:31

L'annucio urbi et orbi: "Entro il 2017 via il finanziamento pubblico ai partiti (si chiamerebbero rimborsi elettorali, ndr)". Ma nel testo della legge che circola online, ci sono dei passaggi che lasciano presupporre il solito copione: fatta la legge,  trovato l'inganno. 

I partiti che direbbero addio (tramite rimborsi elettorali) a poco meno di 160 milioni di euro in cinque annipotrebbero arrivare ad aumentare il jackpot. Come? "I partiti politici che abbiano conseguito nell'ultima consultazione elettorale almeno un rappresentante eletto alla Camera dei deputati o al Senato della Repubblica potranno essere ammessi alla ripartizione annuale del 2 x 1000 della propria imposta sul reddito (IRE). Una decisione che assumerà il contribuente, sempre a decorrere dall'anno finanziario 2014, in fase di dichiarazione dei redditi mediante la compilazione di una scheda recante l'elenco dei soggetti aventi diritto"

Ma quello che non viene messo in risalto nel comunicato di Palazzo Chigi è un altro passaggio, contenuto nella bozza del ddl: "In caso di scelte non espresse, la quota di risorse disponibili, nei limiti di cui al comma 4, è destinata ai partiti ovvero all'erario in proporzione alle scelte espresse". Vi ricorda qualcosa? Se pensate alla Chiesa, avete fatto centro. Il meccanismo è praticamente lo stesso: oggi l'otto per mille dell'Irpef "di chi non esercita un'esplicita opzione viene redistribuito tra i soggetti beneficiari, salvo loro rinuncia, in proporzione alle scelte espresse". E questo alimenta le casse del Vaticano.

Allo stesso modo il meccanismo introdotto dal ddl sul 2 per mille IRE. Il comma 4 (a cui il testo rimanda) recita: "Per le finalità di cui al presente articolo è autorizzata la spesa nel limite massimo di XXX milioni di euro a decorrere dal 2014". Nella bozza il tetto (ovviamente) non viene ancora indicato e di certo sarà uno dei principali oggetti di contrattazione in sede di discussione parlamentareIl gettito Ire 2011 è stato pari a 164,2 miliardi. Il 2 per mille fa circa 328 milioni di euro. Si tratta ovviamente di un gettito potenziale, da cui vanno scalati i contribuenti che destinano il due per mille allo Stato, ma l'inghippo è evidente. 

Il ministro delle Riforme Gaetano Quagliariello si è precipitato a chiarire: "Il tetto c'è: 61 milioni di euro" contro i 160 attuali.In ogni caso non si può parlare di abolizione. 

Per il M5S è una legge truffa: "Il finanziamento esce da una parte e entra dall'altra. I soldi dei cittadini continueranno ad arrivare e i partiti a mangiare" si legge sul blog di Grillo.  



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