Riforma della giustizia? Macché, è il piano di rinascita democratica1
21.05.2013 13:33
Lo abbiamo ripetuto numerose volte: questo governo sta realizzando punto per punto il “Programma di rinascita democratica” del Maestro Venerabile Licio Gelli! E lo sta facendo così spudoratamente e alla luce del sole, che non riusciamo nemmeno a vederlo: d’altronde è molto difficile avere le corrette informazioni in un sistema mediatico strutturato ad hoc e riempito da programmi come “Grande fratello”, l’“Isola dei famosi”, “Porta a Porta” e altri passatempo simileducativi.
I malpensanti – e ce ne sono ancora in circolazione – rideranno di tutto ciò, riempiendosi la bocca con termini come cospirazionismo e dietrologia. Sappiamo benissimo che questa si chiama strategia del discredito. Ovviamente non dico loro di leggere il documento ufficiale trovato e pubblicato dalla Commissione Anselmi nei primi anni del 1980, anche perché non sarebbero in grado di coglierne il profondo e occulto significato. Questo articolo infatti è rivolto a tutte quelle persone che usano le proprie capacità cerebrali (bastano pochissime sinapsi neuronali attive) e che non bevono le informazioni propagandistiche di qualche losca figura che siede nelle due Camere del Parlamento.
Ma veniamo al punto. Ieri, dopo tre anni di scontro, è passata la legge sulla Riforma della Giustizia. Una legge chiaramente d’impronta piduista - e le prove le troverete in seguito - che separa le funzioni di Pm e di giudice; prevede test psicoattitudinali; introduce l’azione disciplinare e da più poteri ai procuratori capo. Come dicevo, nel cosiddetto “Piano di rinascita democratica” si possono leggere alcune cosucce molto interessanti. Al quarto punto del “Programma a medio e lungo termine”, sotto la voce “ordinamento giudiziario” ecco cosa appare:
IV) Riforma del Consiglio Superiore della Magistratura che deve essere responsabile verso il Parlamento (modifica costituzionale);
Qui si parla chiaramente di un controllo diretto del Parlamento, cioè del governo, cioè del premier, cioè di Silvio Berlusconi, sulla Giustizia! Scendendo un po’, e per essere più precisi, al quinto punto sempre dello stesso Ordinamento:
V) Riforma dell'ordinamento giudiziario per ristabilire criteri di selezione per merito delle promozioni dei magistrati, imporre limiti di età per le funzioni di accusa, separare le carriere requirente e giudicante, ridurre a giudicante la funzione pretoriale;
Ed ecco magicamente spuntare la separazione delle carriere. Ma il bello non finisce qui, perché proseguendo nella lettura, alla voce “Ordinamento giudiziario: modifiche più urgenti”, il piano prevedeva (o meglio, prevede) di redigere:
a1) La normativa per l'accesso in carriera (esami psico-attitudinali preliminari);
a1) La responsabilità civile (per colpa) dei magistrati;
Avete letto attentamente? Ricordo di nuovo a tutti i miscredenti e a coloro che non accettano una simile realtà perché troppo forte, che i punti scritti in grassetto, sono stati estrapolati direttamente dal Piano redatto intorno al 1976, ma forse anche prima, da Licio Gelli. Sembra esattamente il programma del governo di centro-destra, e invece è il programma piduista di quasi trent’anni fa. Se non vi basta, potrei tranquillamente elencare anche gli altri punti, sempre di questo piano massonico deviato della cosiddetta Propaganda 2, che riguardano espressamente la modifica della Costituzione, i maggiori poteri al premier (il famoso premierato), la creazione di un partito o club di natura rotariana (che sia Forza Italia?), al controllo della stampa, al dissolvimento della Rai (in nome della libertà di antenna, ex. Art. 21 Cost.), allo sgravio dei capitali stranieri per agevolarne il rientro, ecc. ecc.
Ma mentre questo governo fa passare leggi - pena la sfiducia - della migliore tradizione liberomuratoria, cosa fanno le più alte cariche dello Stato? Tralasciamo ovviamente il grembiulino di Arcore, perché è troppo impegnato a convincere i suoi fidi destrieri a far passare l’ulteriore legge ad personam, quella “salva-Previti”, che non è un nuovo farmaco salva-vita. L’onorevole Cesare Previti di Forza Italia (ex avvocato del premier), rischia diversi anni di carcere per corruzione ed è per tanto urgente “ridurre i termini della prescrizione” entro dicembre. E’ proprio vero che a Natale tutti sono più buoni! La terza carica dello Stato, il demo-cristiano Pierferdinando Casini, ha fatto qualcosa di più. In un momento così pericoloso e allarmante per la democrazia, ha preso il telefono in mano e ha chiamato immediatamente l’amico Marcello Dell’Utri, per esprimergli la sua più “profonda stima e amicizia”. Profonda stima? Amicizia? Perché? Cos’è successo? No…non vi allarmate, il senatore di Forza Italia sta benissimo, il motivo è una piccola indagine in corso, una sciocchezzuola: si tratta di “concorso esterno in associazione mafiosa”. Nulla di grave comunque. Per quanto riguarda la telefonata del Presidente della Camera ad un indagato per mafia, avvenuta, guarda caso, proprio quando la Corte di Palermo è in camera di consiglio è tutto ok. Non è una gaffe istituzionale e nemmeno un’intimidazione alla Corte che lo sta giudicando: Pierferdinando ha spiegato che “non poteva farla durante il dibattimento e non voleva a sentenza pronunciata!”.
Quindi per la carica numero due, il Presidente del Consiglio, e per la carica numero tre, il Presidente della Camera, va tutto bene, è tutto sotto controllo. E la prima carica dello Stato: il Presidente della Repubblica? Il garante unico - almeno per il momento - della Costituzione italiana, non dice nulla, perché è occupato ad andare a zonzo per il mondo. Il Capo dello Stato, invece di controllare il governo evitando che vengano smantellate le strutture costituzionali, va in Cina! Non è un’offesa ovviamente, ma è proprio il paese che visiterà nei prossimi giorni assieme all’inseparabile first lady. Speriamo, tenendo la mano sul petto e cantando l’inno di Mameli, che al ritorno dalla Cina si ricordi dei cittadini (che con le tasse gli pagano lo stipendio e tutti i viaggi), anche perché, se questo governo continuerà così, e nulla fa pensare il contrario, tra pochissimo avremo un Capo di Stato con meno poteri. Parola di Gelli. Non che oggi questi poteri si siano mai visti, eh? Ma sapete com’è… la speranza è sempre l’ultima a morire!
1 Marcello Pamio – 3 dicembre 2004
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