Prende il via la stagione degli attentati

21.05.2013 13:15

 

I mesi a venire registreranno una serie di atti violenti verso ogni infrastruttura che identifichi lo Stato. Filiali delle poste, impianti dell’Enel, questure e stazioni dei carabinieri, fino ad alcune sedi territoriali della DC, saranno oggetto di attentati e distruzioni. Le azioni vengono firmate a nome della Falange Armata, ed il fatto costituisce una novità assoluta: mai prima d’ora gli uomini d’onore avevano rivendicato un atto criminoso. Secondo la versione di alcuni collaboratori di giustizia, si puntava a seminare disordine tra le istituzioni, per creare i presupposti politici alla separazione della Sicilia dal resto del paese. 
Viene ordinato un programma di morte a carico di una serie di figure individuate come traditori.

La lista include Salvo Lima, Claudio Martelli, Ignazio Salvo, Calogero Mannino e Salvo Andò, sino al nemico pubblico numero uno, Giovanni Falcone. In epoca più recente, altre fonti hanno implementato a questi nomi quelli di Giulio Andreotti e Carlo Vizzini. Il nome di Paolo Borsellino ancora non compare. Nonostante tutto sia pronto per dare il via all’escalation di violenza, Cosa Nostra vuole tastare il polso alla «società amica», per verificarne le reazioni una volta scattato l’attacco.

Nino Giuffrè, racconta di aver partecipato ad una riunione con Provenzano verso la fine del ’91. Erano presenti vari capomandamento ed il boss incaricò alcuni di essi a sondare politici, imprenditori, massoni, per conoscere il loro pensiero al riguardo del progetto stragista. A Vito Ciancimino secondo il pentito, venne assegnato il compito di esplorare la sponda politica. Pino Lipari fu inviato ad interrogare il fronte imprenditoriale. L’esito del sondaggio, a quanto venne riferito da Provenzano stesso, diede responso positivo: nessuno degli intervistati si mostrò contrario o intenzionato ad ostacolare in qualsivoglia misura la realizzazione del piano. Tutti erano troppo spaventati dai possibili nefasti esiti dell’inchiesta su mafia e appalti.


Quando con il 31 gennaio 1992, sopraggiunge la conferma in Cassazione delle condanne del Maxiprocesso, il piano diviene esecutivo. Il primo a cadere vittima di questa fase non sarà però un nemico di Cosa Nostra, ma una figura che poteva fregiarsi del titolo di grande confidente di molti e prestigiosi uomini d’onore.

—————

Indietro