Mafia e appalti

19.05.2013 13:00

 

Gli uomini giusti al posto giusto si chiamano Vito Ciancimino e Salvo Lima. Il primo è un corleonese rozzo, invadente, molto arrogante ma tremendamente sveglio. Il secondo nasce a Mondello vicino a Palermo, ed è l’antitesi di Ciancimino: distinto, elegante, dai modi moderati. Entrambi saranno eletti nel consiglio comunale di Palermo nel 1956 e nel periodo 1959-1963, elargiranno 4205 licenze edilizie di cui l’80% a soli 5 nomi. Ripescando una vecchia e dimenticata legge del 1889, che consentiva di assegnare un appalto per costruire, a nominativi che avessero alle dipendenze un solo «capo mastro o appaltatore competente», in barba alle moderne qualifiche dell’ingegneria civile, eludono ogni legalità. I permessi edili si scopriranno intestati a persone che con il settore non avevano quasi nulla a che fare e che confesseranno di aver firmato documenti e licenze per un favore a «certi amici».

Dalla «politica dei maccheroni» (voti per lavoro), si passa alla «politica del cemento» (voti per appalti). La mafia controllerà i cantieri così come aveva fatto con le piantagioni di limoni. Una rete a vari livelli nel più classico dei sistemi mafiosi. Al centro Gioia, Ciancimino e Lima. Intorno a loro una maglia di delinquenti che frenavano le attività dei concorrenti con vandalismi e furti, collegati ad una catena di piccoli subappaltatori che fornivano manodopera e materie prime. Ancora più in alto un vasto cerchio di imprenditori, politici locali, funzionari municipali, avvocati, poliziotti, banchieri, uomini d’onore, tutti legati tra loro da traffici e scambi illeciti.

La corruzione imperversa in questo habitat radicato nel profondo e composto da amici e parenti di altri amici. 
Per decenni questa nuova classe politica dirigenziale, ribattezzata come i «Giovani Turchi», trasformerà la Sicilia in un labirinto di clientele, consorterie, fazioni e contro fazioni, alleanze occulte e faide palesi. Uomini che accumularono ricchezze spaventose sfruttando la gente con la violenza e degradando per sempre il territorio di vaste aree urbane della Sicilia. 
Vito Ciancimino fu arrestato solo nel 1984 e condannato in via definitiva nel 1992. Salvo Lima fu ucciso a colpi di pistola vicino alla sua casa nel 1992, quando era Parlamentare Europeo.

 

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