Joe Petrosino in missione in Italia.
19.05.2013 12:30
Il 9 febbraio 1909, il tenente Petrosino si imbarca in incognito per l'Italia, alla caccia di prove scritte che possano confermare l'esistenza di un torbido legame tra mafia e politica, ma al momento della partenza il suo principale Bingham si lascia sfuggire indiscrezioni che compromettono l'anonimato della missione.
A Roma, il capo della polizia Francesco Leonardi accoglie l'illustre collega oriundo alla sua prima tappa e dirama alle prefetture, in particolare in Sicilia, l'invito ad offrire la massima collaborazione possibile per la riuscita delle operazioni di investigazione.
La trasferta è però per Petrosino una corsa contro il tempo il cui esito è già deciso, e si rivela estremamente rischiosa tanto più perché condotta allo scoperto: Cascio Ferro ha ordinato l'eliminazione del suo nemico giurato, e due sicari si sono messi in viaggio da
New York per raggiungerlo in Sicilia.
Nel marzo 1909, Joe Petrosino arriva a Palermo e fa visita al console americano Bishop per illustrargli la propria intenzione di perseguire, assieme ai mafiosi, anche gli elementi collusi dell'imprenditoria e della politica locale, compresi alcuni notabili candidati
alle imminenti elezioni.
Il 5 marzo, l'accertamento decisivo al tribunale si risolve però in un fallimento: le cartelle penali dei criminali indagati risultano inspiegabilmente vuote o deliberatamente cancellate.
Riconoscendo sulle affissioni elettorali i volti di personalità entrate in contatto negli Stati Uniti con Cascio Ferro, Petrosino realizza di essere, nei fatti, rimasto da solo nella battaglia, e di non potersi fidare ciecamente delle autorità italiane: rifiuta perciò la scorta che gli offre il questore palermitano Ceola, persuaso di poter contare sugli informatori profumatamente pagati con il finanziamento della missione.
A Caltanissetta, il 12 marzo Joe Petrosino riesce finalmente a trovare intatte preziose informazioni sui pregiudicati della mafia, ed ottiene il definitivo riscontro del fatto che i mafiosi godono di un'insospettabile protezione nei palazzi del potere. Ma la stessa sera del 12 marzo 1909 rientra a Palermo e, appena uscito dal suo alloggio presso l'Hotel de France per incontrare un confidente, è bersaglio di un agguato in Piazza Marina.
Raggiunto da quattro colpi di pistola, il tenente Joe Petrosino muore senza poter concludere la sua importante missione, come una delle prime vittime di un sistema perverso che non cessa di uccidere ancora oggi.
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