Il voto: un dovere civico

31.05.2013 10:43

di Giuseppe de Benedictis

Art. 48

 

Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.
Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è DOVERE civico.

 

 

La qualificazione del voto come "dovere civico", utilizzata nell'art. 48 Cost., è frutto di un compromesso raggiunto in Assemblea costituente tra le forze politiche inclini a valorizzare il voto come espressione di libertà individuale, pur riconoscendone il valore di dovere morale, e quelle propense a prevedere un obbligo giuridico di partecipazione al voto, considerando il momento elettorale al pari di una vera e propria funzione del cittadino in quanto membro della collettività statuale.

Il legislatore ordinario ha inizialmente previsto alcune sanzioni in caso di mancato adempimento del dovere di voto (consistenti nella menzione del non voto nel certificato di buona condotta, poi abolito, e la pubblicazione dei non votanti in appositi albi comunali). Tali sanzioni sono rimaste sostanzialmente inapplicate già a partire dagli anni Settanta, mentre le riforme elettorali degli anni Novanta hanno eliminato ogni riferimento all'obbligatorietà del voto. L'ultima legge elettorale del 2005, relativa alle elezioni di Camera e Senato, ha però riutilizzato l'espressione dovere civico, contenuta nell'art. 48 della Costituzione, pur omettendo la previsioni di sanzioni in caso di mancata partecipazione alle suddette consultazioni elettorali.


(cit. www.lezionidicostituzione.it)

Leggendo questo commento all'articolo 48 riflettevo su quanto i Padri della Costituzione fossero fermamente convinti dell'importanza del voto tanto da sanzionare chi non andasse alle urne. 
Il voto inizialmente era considerato un vero e proprio "Obbligo Civico". 
E' strano pensare come si sia passati dalla sanzione (sicuramente eccessiva) alla disaffezione totale a questo nostro "DOVERE CIVICO". Eh... se solo ripensassimo per un momento a tutte le battaglie fatte dai nostri nonni per la conquista di questo diritto/dovere!

Il calo vertiginoso di partecipazione alle ultime amministrative credo debba preoccupare davvero non i politici di professione (che continueranno ad avere comunque i loro bacini da dove attingere) ma noi Italiani. Non andando alle urne non si fa altro che fare il loro gioco. Con il "non voto" non si fa altro che passare ad altri cittadini la patata bollente. Il dire "sono tutti uguali", "fanno tutti i loro interessi", "uno vale l'altro" è falso! 
Non bisogna generalizzare! E' pericoloso fare di tutta un'erba un fascio! 

Vi racconto un piccolo aneddoto. Sono figlio unico e da piccolo qualsiasi cosa succedeva in casa era colpa mia! Pensate anche quando son venuti i ladri, i miei pensarono che fossi stato io a fare caos! Con questo cosa voglio dire? Semplice! Se fossimo stati in due o in tre in casa potevo dividere la colpa (e l'ammenda!) con altri e i miei genitori non avrebbero mai avuto la certezza matematica sul colpevole. Ecco è la stessa cosa che accade in politica se si generalizza! Dire sono tutti uguali penalizza chi è una brava persona e serve a nascondere chi bravo non lo è! 

Cerchiamo di identificare chi riteniamo "migliore", "meno peggio", "il male minore" chiamatelo come volete e sosteniamolo! 

Se c'è una cosa che mi dà fastidio è colui il quale si lamenta di non vincere mai al superenalotto non avendo mai giocato in vita sua! Ecco è la stessa cosa! Non ci si può lamentare della politica senza essere andati a votare e senza aver dato il proprio contributo!

Se la politica va a rotoli la colpa è anche nostra! Nostra che siamo stati irresponsabili non andando a votare! Nostra che abbiamo lasciato che fossero altri a scegliere per noi! Nostra che abbiamo saputo criticare senza dare soluzioni! Nostra perché non abbiamo il coraggio di assumerci le nostre responsabilità! Perché votare è una responsabilità! Una responsabilità a cui non dobbiamo sottrarci! 


Andate a votare, non demandate alla folla. 
La folla sceglie Barabba, sempre !!! (Roberto Benigni)

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