Il resto del Paese si benda gli occhi
21.05.2013 11:37
Ma davanti a tutto questo, quale fu il grado di indignazione del resto del paese? Se si escludono prese di posizione isolate, mediamente risultò irrilevante. Gli anni più convulsi del «Sacco di Palermo», collimarono con il boom del miracolo economico italiano. Tra la fine dei ’50 e l’inizio dei ’60, lo sviluppo «industriale di massa», generò una poderosa crescita economica. La valuta che giungeva tra le mani dei Giovani Turchi, proveniva dalle industrie di Torino, Milano, Genova: i titolari delle imprese di costruzioni edili erano in gran parte del nord Italia. Essi non sottilizzavano la caratura morale dei destinatari del flusso di denaro, perché prima o poi i quattrini che giungevano in modo fraudolento a Palermo come a Napoli, ritornavano a loro sotto forma di radio, tv, frigoriferi, scooter e auto acquistati.
Un altro elemento chiave fu che il potere economico era disposto a tutto pur di scongiurare la vittoria politica del comunismo. La Sicilia ed il sud in genere, erano un serbatoio di voti che la DC voleva conservare a qualsiasi prezzo per evitare il «pericolo rosso», e ancora una volta il contributo della chiesa fu massiccio. Dal 1946 al 1967 quando morì, il Cardinale Ernesto Ruffini, arcivescovo di Palermo, diede una delle più acute dimostrazioni della cecità della Chiesa Cattolica Siciliana dinanzi alla criminalità organizzata. Egli fece leva su due presupposti: che la Sicilia fosse una terra dove la fede ha le radici nella tradizione contadina, e il luogo più prossimo all’ideale di «società cristiana». Ruffini ritenne sua, la missione di rendere la Sicilia ed il Sud, l’ancora di salvezza contro il materialismo e l’ideologia diabolica del comunismo che imperversava al Nord. La Chiesa chiuse gli occhi su tutto il resto e l’arcivescovo si azzardò a sostenere pubblicamente che la mafia era un’invenzione della “ tattica comunista “. Persino a riguardo della strage di Portella della Ginestra arrivò a dire: «Del resto si poteva prevedere come inevitabile la resistenza e la ribellione di fronte alle prepotenze, alle calunnie, ai sistemi sleali e alle teorie antiitaliane e anticristiane del comunismo». Celebri furono i suoi appelli elettorali dove per i cattolici siciliani vi era l’obbligo grave contro l’incombente minaccia dei nemici di Gesù Cristo di votare DC. Chiesa e DC portarono avanti il sodalizio per molto tempo, con sbuffi reciproci e scontri polemici, sempre sottomessi all’interesse comune.
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