Il nuovo corso della DC

19.05.2013 12:58

 

Politici, appaltatori e mafiosi responsabili, erano uniti da una catena che conduceva alla sede centrale della Democrazia Cristiana, base di una nuova struttura ad uso clientelare.

Il primo anello era Amintore Fanfani, un professore universitario aretino di bassa statura, che nel 1954 divenne leader del partito. Impostò una «modernizzazione del partito» che mirava a centrare a sé più potere. La catena proseguiva con il Vaticano e la partecipazione di numerosi industriali privati che con i loro contatti controllavano «pacchi di voti».

I nuovi volti del rinnovamento si adoperarono per trasformare le risorse pubbliche del paese in «risorse per la DC».
In Sicilia uno di questi fu Giovanni Gioia che a soli 28 anni divenne segretario provinciale del partito. Con lui la DC si ramificò nel territorio, arrivando ad aprire 59 sezioni solo a Palermo. Gioia distribuì tessere a parenti, amici, a persone estratte dall’elenco del telefono e persino ai morti. Maggiore era il numero di tessere che un’area regionale riusciva a contare, più grande era il numero di delegati da poter inviare all’assemblea nazionale, con l’obbiettivo di ottenere più potere nelle mani del politico capo corrente. Fanfani sarà per sei volte Presidente del Consiglio. Perché questo potere si esprimesse al meglio però, servivano le figure che permettessero alla DC di ripagare i voti con posti di lavoro, licenze, sussidi e altri favori.

—————

Indietro