Il fallimento della Commissione

21.05.2013 11:44

 

Boss emergenti come i La Barbera, smaniosi nella conquista di maggior potere e denaro dal traffico di stupefacenti, si illusero di avere la meglio sul potere centrale, privato in parte in quegli anni, dell’appoggio di Cosa Nostra americana.
Nello stesso periodo in cui esplose la prima guerra di mafia infatti, il Presidente Kennedy inasprì la lotta a Cosa Nostra d’oltre Atlantico. Egli nel 1961, nomina il fratello Robert a capo di una «Sezione Criminalità Organizzata» e «Divisione Fiscale» contro la malavita organizzata.

Le leggi fiscali, che trent'anni prima, in una vicenda rimasta celebre, erano stato lo strumento per incastrare Al Capone, costituivano tuttora l'arma principale contro il crimine organizzato.

Tra il 1961 e il 1963 triplicano i verdetti antimafia e nel 1964, questi raddoppiarono ulteriormente. Se nel 1959 vi erano 400 agenti dell’FBI impegnati contro la minaccia interna comunista e solo 4 per i reati di stampo mafioso, nel 1963 questi ultimi arrivano a 140 unità.

Fatalmente la campagna antiracket di Kennedy diminuì l'influenza della mafia americana in Sicilia e sulla Commissione, suggerendo quindi a uomini come La Barbera di tentare il colpo di mano. Angelo La Barbera verrà arrestato nella primavera del 1963, mentre era ricoverato in un ospedale milanese a seguito dell’attentato di cui era rimasto vittima. Si dichiarò estraneo a qualsiasi fatto, ma nel 1968 venne condannato a 22 anni di prigione, per la sua partecipazione agli eventi relativi alla prima guerra di mafia. Nel 1975 venne raggiunto tra le sbarre da una sentenza di altro genere, dal carattere rigidamente definitivo, e fu assassinato a pugnalate nel cortile nel carcere.

 

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