Giovanni Falcone
21.05.2013 12:23
In Sicilia dove si assistette all’affermazione estesa dei medesimi e deviati principi, emergerà una delle figure appartenenti a quella minoranza virtuosa a cui prima si accennava. Si tratta di un uomo che lascerà una traccia indelebile nella storia del nostro paese: Giovanni Falcone.
Egli si definiva «…un servitore dello Stato in terra Infidelium». Poche parole in grado di abbracciare l’essenza di una vita spesa affinché giustizia e legalità divenissero inamovibili patrimoni della sua terra. Falcone era in possesso di un inaffondabile senso del dovere, associato alla matura consapevolezza di lavorare in una autentica zona di frontiera all’interno della quinta maggior potenza economica del pianeta.
La Sicilia era allora ancor più di oggi, una terra dove il valore attribuito alla legalità, pagava un retaggio culturale marchiato a fuoco da una secolare tradizione mafiosa. Imporla come egli fece con fermezza e trasparenza, richiedeva una energia smisuratamente superiore che in molte altre zone del paese e del mondo. Il giudice Falcone era di una onestà inflessibile, corretto, e l’apparente freddo distacco con il quale si presentava nelle sue vesti ufficiali, costituiva la prima arma per difendersi dagli innumerevoli subdoli tentativi di avvicinamento da parte di Cosa Nostra. Una viscida azione corruttiva, tesa a contaminare e delegittimare l’efficace lavoro di colui che per un decennio, divenne il nemico numero uno dell’onorata società. Ben cosciente di come la mafia potesse indossare le vesti anche di amici pur di riuscire nel suo intento, Falcone si abituò a divenire diffidente nell’allacciare qualsiasi contatto che non rientrasse nel rigido novero dei suoi doveri istituzionali.
Al suo nome è legata una stagione che ha segnato da spartiacque nella lotta alla mafia in Italia, con ripercussioni anche in ambito internazionale. La morte violenta di cui fu vittima, era l’unica possibile in grado di arrestare il suo cammino. Insieme ad altri magistrati e uomini dello Stato, si rese protagonista di una indimenticabile serie di successi contro la criminalità organizzata. Falcone comparse sulla scena tra il 1978 e ’79 in uno dei momenti più difficili, se mai parlando di lotta alla mafia, si può individuarne di meno drammatici. L’organizzazione stava cadendo in mano ai corleonesi. Erano gli anni contraddistinti dal primo, sistematico, prolungato e sanguinoso attacco alle istituzioni, da parte di Cosa Nostra.
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