Entra in scena Riina

21.05.2013 12:09

 


Dopo le vicissitudini che avevano visto il boss corleonese arrestato nel 1964, processato a Catanzaro nel 1968 e assolto in via definitiva a Bari nel 1969 per insufficienza di prove, Liggio si rese protagonista di un altro crimine illustre uccidendo il procuratore capo di Palermo Pietro Scaglione il 5 maggio 1971.

Mentre era latitante al nord impegnato ad organizzare i rapimenti prima citati però, venne arrestato a Milano il 16 maggio del 1974 e da quel giorno non tornò più in libertà. Egli morì nel carcere sardo di Badu e Carros, colpito da un infarto quasi venti anni più tardi, il 15 novembre del 1993. 


L’arresto di Luciano Liggio innescò il naturale passaggio di consegne che gradatamente portò il suo vice Totò Riina alla guida della famiglia di Corleone. Un evento che accelerò negli anni il processo di militarizzazione. Ad indebolire ulteriormente il fronte palermitano all’interno della Commissione, contribuì l’espulsione dalla medesima di Gaetano Badalamenti, cacciato da Cosa Nostra con l’accusa di essersi arricchito individualmente con la droga. Seppur confinato a vivere negli Stati Uniti, «don Tano» rimase una figura molto influente per la zona di Cinisi e dintorni.

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