Denaro sporco da «ripulire»

21.05.2013 11:59

L’enorme flusso di denaro proveniente dai guadagni con la droga aveva bisogno di essere canalizzato e reinvestito. Se una porzione di questa immensa ricchezza venne utilizzata per finanziare nuove attività illecite, su una buona fetta si effettuò un opera di «ripulitura» reinvestendola legalmente.

Il panorama bancario della Sicilia registrò negli anni ’70 una impennata degli investimenti sul mercato locale, sia negli istituti privati che in quelle dell’area cooperativa. Attraverso una marea di banche piccole e medie, il denaro sporcato dall’eroina veniva reinserito nel mondo produttivo, avviando lo sviluppo di quel settore finanziario, che costituirà negli anni ’90 e 2000 una delle frontiere più redditizie di Cosa Nostra. 
Saranno tanti i personaggi mafiosi che arricchendosi saliranno le gerarchie della scala sociale, e al suo arrivo al Palazzo di Giustizia di Palermo nel 1978, il giudice Falcone sferrò un attacco massiccio nella loro direzione. In 2 anni di lavoro, il magistrato ottenne enormi successi nel portare alla luce le connessioni tra boss come Salvatore Inzerillo, i Gambino di Brooklyn, Rosario Spatola “ magnate dell’industria edilizia “ e Stefano Bontate ( noto membro del triumvirato ), tutte figure legate da «alleanze matrimoniali».

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