Cambio di regia «dietro le quinte» della Giustizia
21.05.2013 11:54
Dietro a questi anni tumultuosi, e agli esempi forniti da una Giustizia macchinosa e in affanno come le vicende di Vitale e Impastato ci mostrano ancora una volta, stava avvenendo una trasformazione poco vistosa ma importante. Tra le quinte del sistema giudiziario, era in corso un lento mutamento che sarà alla base del sorgere di una generazione di magistrati, in grado di dare il là ad una nuova era nella lotta a Cosa Nostra. La sfida alla criminalità organizzata, richiedeva un impulso che giudici troppo conservatori e privi di energia quali erano buona parte di quelli in carica, non era più in grado di fornire. Alla base della metamorfosi due ragioni essenziali: l’aumento di chi riesce ad accedere all’istruzione superiore, incrementò il numero di coloro in possesso dei requisiti per la carriera di magistrato. In secondo luogo, la creazione di un organismo di autogoverno per i magistrati quale fu «Magistratura Democratica», contribuì al ringiovanimento dell’organico, e a fornire l’energia necessaria per raggiungere l’obbiettivo in grado di dare una svolta alla lotta alla mafia: condurre sul banco degli imputati anche i mafiosi in «colletto bianco».
La pressione della politica sulla vita di questo nuovo organo, influenzerà parte degli obbiettivi innescando accese proteste, ma anche se i grandi successi su Cosa Nostra appaiono lontani a venire, l’immobilismo era stato infranto.
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